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COLLANA SLAVICA

La collana Memento, voluta e curata da Augusto Fonseca, è nata troppo tardi o troppo presto. Sessanta anni fa avrebbe approfittato del calore della cronaca, fra sessant’anni avrebbe goduto dell’atmosfera ovattata della storia.
Anche oggi, però, può avere una sua funzione. Occorre uscire dall’idea derivante dalla conoscenza o dai pregiudizi che abbiamo nei confronti delle due grandi ideologie del 900 e mentre leggiamo i libri non dobbiamo giudicare, nel bene o nel male, il nazismo e il comunismo perché ci porterebbe fuori strada. Se riusciamo a guardare solo i protagonisti, le vittime, riusciremo a capire la capacità che ha l’uomo non solo di sopravvivere ma molto spesso di ottenere un guadagno nel condurre questa lotta. In un contesto inimmaginabile di violenza dove gli aguzzini molto spesso non sembrano appartenere al genere umano, troviamo una conseguente forma di abbrutimento nelle vittime che vogliono sopravvivere a tutti i costi. E i costi sono molto pesanti. Da questo ambiente qualche volta emergono però delle personalità che sembrano controbilanciare le brutture: sono i sopravvissuti che hanno scritto per la collana Memento. E queste persone ricordano il fior di loto, sacro per gli induisti e i buddhisti, sacro perché nasce e vive nel fango e tuttavia rimane pulito, sempre.

Dario Ersetti, 28 Marzo 2015


Ho conosciuto Augusto Fonseca alcuni anni fa per motivi professionali e mi ha subito incuriosito questa persona mite e gentile che emanava una notevole ricchezza spirituale. Dai suoi racconti  traspariva una moltitudine di sfaccettature del mondo dell'est generalmente trasmessoci in modo abbastanza arido e freddo. Alcuni aspetti sono comuni alla nostra spiritualità, al nostro modo di vedere e Augusto, con la sua opera ha davvero creato "un ponte" tra questi due mondi, che seppure in parte almeno, vicini geograficamente, sono concepiti come lontani: bagaglio di esperienze di vita e culturali che Augusto mette a disposizione. Non posso che ringraziarlo per questo.

Filippo Franco, Gennaio 2009


SONO STATO L'ASSISTENTE DEL DOTTOR MENGELE

Ho letto questo libro, alternando brividi di freddo a morsi emotivi allo stomaco. Pensavo di non riuscire a finirlo di leggere, ma l’impegno nel rispetto di tutto e di tutti ha superato quei morsi. Mi sono mortificato moltissimo e, pagina dopo pagina, son dovuto arrivare alla fine per fare un sospiro di sollievo nel leggere il rientro della moglie e della figlia dell’autore.

Una caratteristica evidente dello scrittore è l’assenza di interesse personale; lo dimostra il fatto che è uno scritto pulito, senza condimenti di nessun genere, all’autore interessava a tutti i costi mettere in luce quei mesi infernali passati in quei campi…

Un ringraziamento sentito lo porgo al traduttore di questo libro, … uomo determinato, costruttore morale e civile, responsabile delle proprie azioni.

Ippazio Primavera, Gennaio 2007


LE LETTERE DA AUSCHWITZ DI JANUSZ POGONOWSKI

Impressioni in forma di recensione

Vittorio De Pietro, Scuola Media di Turisano, classe I C, Gennaio 2015


Wczoraj otrzymaliśmy książki. Bardzo nam się podoba szata graficzna zarówno w przypadku Nyiszliego jak i Pogonowskiego. To dobry pomysł, aby zdjęcia umieścić tuż po listach.  Podobnie świetne są teksty na skrzydełkach. Najwspanialszy jest jednak wstęp Pana Augusto. Czytaliśmy go kilka razy z takim samym wzruszeniem. zawiera on najszczersze myśli płynące z duszy i serca. Takich tekstów nie pisze się tylko głową...

Franciszek i Małgorzata Piperowie

Abbiamo ricevuto ieri i libri. Plaudiamo vivamente alla veste tipografica sia di Nyiszli sia di Pogonowski. Molto opportuna la scelta di pubblicare le foto dopo le lettere. Eccellenti risultano anche i testi delle alette di copertina. Ma la cosa superlativa è rappresentata dall’introduzione di Augusto. L’abbiamo letta diverse volte, e sempre con la stessa profonda commozione. Le espressioni in essa contenute rivelano un’estrema sincerità di mente e di cuore. Testi del genere non si scrivono soltanto con la testa…

Franciszek e Małgorzata Piper


PISTE DI LACRIME

Il libro:  pur trattando di una storia dolorosa, come ce ne sono state molte altre in quegli anni e, purtroppo, temo ce ne siano ancora in molti luoghi del mondo, la narrazione è resa in maniera scorrevole, confermata anche nella traduzione italiana, e rende le emozioni senza che, peraltro, si percepisca la violenza che nella realtà è stata subìta e sulla quale dobbiamo inevitabilmente riflettere.
Una bambina che diventa "adulta" in situazioni drammatiche, inusuali per la sua età, e che riesce, coraggiosamente, e con l'aiuto della preghiera, a sopravvivere in condizioni proibitive tenendo unita la famiglia nell'odissea provocata da una disumanità incomprensibile a chi vive nella normalità oggi, è decisamente ammirevole.

Valentina, Gennaio 2012


Caro Augusto, non ho parole per esprimerti i miei ringraziamenti per essere stato omaggiato con il bellissimo libro "PISTE DI LACRIME” Siberia e Ritorno. Una cosa è certa: La sua lettura mi ha profondamente segnato. I suoi contenuti storici mi hanno fatto tornare alla memoria gli episodi che il mio povero suocero raccontava che, purtroppo per lui, ha vissuto drammi analoghi. Ma, mentre quando li raccontava mio suocero io li "snobbavo", vuoi per la familiarità  che avevo con lui vuoi per il periodo in cui questo accadeva perché forse non avevo la predisposizione a riflettere su certi argomenti, averli letti con la mente rilassata e presentati con una scrittura ed un linguaggio così semplice mi hanno fatto capire veramente i drammi e le sofferenze che quelle persone, non per loro scelta, sono state costrette a sopportare. Ma a parte i contenuti storici, che ormai appartengono al passato, la lettura del libro è stata per me, soprattutto, una grande lezione di vita perché mi ha fatto riflettere come bisogna interpretarla ed accettarla, la vita, anche in quei momenti più brutti che essa ci riserva. Bisogna molto spesso sapersi adattare e trovare la forza ed il modo per superarli. Cosa in cui è riuscita benissimo una infante-adolescente (sapendo soffrire, andando a rubare, facendo amicizie, cercando la gente, dando amore e conforto), ma che non sono riusciti a fare persone molto più grandi come il nonno, che non ha saputo svincolarsi da quella “arroganza” (da non confondere con quella degli oppressori) con la quale una persona onesta cerca di reclamare i propri diritti, né la madre, sopraffatta dagli eventi e  dalla depressione. Complimenti ed auguri all'Autrice perché la vita la compensi per gli orrori che ha dovuto sopportare e complimenti a te per la splendida traduzione e per averci fatto conoscere simili messaggi.
Grazie ancora

Pippi Burlizzi, Gennaio 2012


"JUGOSLAVIA! JUGOSLAVIA!" Testimonianze di un impegno

Ho letto “Jugoslavia, Jugoslavia!”. Grazie, grazie! Sono lieto che il mio Paese abbia avuto amici come Lei. Abbiamo perduto tanto, tanto, ma non gli amici come Augusto Fonseca. Una lacrima segna queste righe.

Predrag Matvejevic, Aprile 2009